Non avevo capito niente by Diego De Silva

Non avevo capito niente by Diego De Silva

autore:Diego De Silva [Silva, Diego De]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: LiB3
pubblicato: 2013-04-15T22:00:00+00:00


ARRIVANO I LORO

Si sa, anche se la spiegazione è ignota, che i marciapiedi, appena comincia a piovere, s’affollano. Orde di pedoni con le facce corrucciate si riversano improvvisamente in strada, col palese obiettivo di tornare a casa. Gente che non si riesce a capire dove fosse fino a un momento prima, tutt’a un tratto c’è. Come fosse uscita apposta per ritirarsi. Allora vedi queste colonne di uomini-zoccola che si formano lungo i muri dei palazzi e procedono a tappe, avvicendandosi sotto i balconi.

Anch’io, uscito dal palazzo di Alessandra Persiano in invidiabile forma psicofisica, mi accodo. Sembra di stare in fila per una vaccinazione, tanto lentamente si va. I più impazienti si sollevano sulle punte per individuare l’ostacolo. Un signore anziano alle mie spalle dice che gli scade una cambiale, e poi si mette a ridere da solo. Qualcuno emette vocalizzi irripetibili. Io, che ho in circolo quel tipico calduccio da amore appena fatto, la prendo con tolleranza. Non piove mica molto.

La fila riprende a scorrere, e di lì a poco scopro che la causa del blocco pedonale è costituita da un cafone di merda che manda messaggini col cellulare, pressoché coricato su uno scooter che ha pensato bene di parcheggiare sul marciapiede, in perfetta corrispondenza del balcone sovrastante.

Che ampiezza avrà il marciapiede di una strada cittadina secondaria, un metro e mezzo, largheggiando? Metteteci sopra un obeso motorino di ultima generazione (quelli coi sellini che sembrano poltrone Frau e tutti gli ammennicoli di contorno) e fate un po’ il conto di quanto resta. Chiaramente, nei dintorni non c’è un vigile manco a telefonargli. Capirai, poi, se ci fosse.

Guardo l’autore di questa scandalosa occupazione di suolo pubblico. Alto, vistosamente irresponsabile; l’arroganza fisica di chi vuol sembrare pericoloso e probabilmente lo è. Ha la bocca semiaperta e, benché metà della faccia sia occultata da un paio d’occhiali da sole assolutamente sproporzionati rispetto all’ovale che si ritrova, un’espressione da deficiente; di quelle messe apposta per irritare chi le guarda. Porta una canottiera a rete e un jeans multilacerato il cui cavallo, pure in quella posizione svaccata, gli arriva quasi alle ginocchia. Ha le braccia gonfie di palestra e griffate da tatuaggi ancora più sputtanati dei, diciamo, vestiti che indossa. Il suo telefonino costerà, così a occhio, sui 400 euro.

Ma l’aspetto più deprimente di quest’oltraggio al pedone è che nessuno dice niente. La gente sbuffa, magari impreca a denti stretti, gira intorno all’installazione abusiva e se ne va, lasciandosi l’affronto alle spalle. Conseguenza di questa deviazione forzata è che l’aspirante camorrista ha pisciato sul territorio, marchiandolo.

È un aggiornamento, questo; una specie di circolare periodicamente diffusa per ricordarti che vivi assediato.

Io non ne posso più del marketing della criminalità disorganizzata. Dei cani sciolti che praticano il narcisismo delinquenziale e il delitto gratuito come forma di autopromozione e di propaganda (perché questo sono gli scippi che finiscono nel sangue, le rapine precedute dall’omicidio, i passanti picchiati senza scopo di lucro, gli schiaffi tirati dai motorini in corsa o anche le semplici esibizioni di disturbo come questa: spot. Inserzioni pubblicitarie.



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